La cosiddetta “compassion fatigue” o fatica da compassione è un processo cumulativo, un tipo di burnout che colpisce il personale sanitario, soprattutto coloro che si dedicano alla cura degli altri e sono esposti quotidianamente a situazioni negative.
Queste situazioni sono per loro traumatiche e non sempre hanno un esito positivo nonostante gli sforzi profusi.
Tutto ciò conduce a uno stato permanente di esaurimento fisico e mentale, a una sensazione di disincanto e impotenza, e alla scarsa capacità di affrontare la vita quotidiana.
Può portare anche a gravi disturbi psicologici come lo stress post-traumatico e la depressione.
La fatica da compassione viene scarsamente diagnosticata tra la professione veterinaria e impedisce ai soggetti colpiti di svolgere la professione secondo gli standard di qualità più elevati. Inoltre, il rischio di assenza per malattia dovuta al burnout e di ritiro dalla professione è elevato.
Che cosa posso fare come persona responsabile di un centro veterinario?
In qualità di direttore di un centro veterinario, hai l’opportunità di dimostrare proattivamente il tuo sostegno emotivo nei confronti del personale, oltre a prenderti cura della sua salute mentale.
Il primo passo di questo approccio proattivo è la valutazione della salute mentale dei dipendenti. Spesso, questi ultimi si preoccupano del loro stato emotivo solo quando è ormai troppo tardi, ad esempio quando sopravviene una crisi o hanno già raggiunto il limite. Inoltre, non sempre si rendono conto che potrebbe trattarsi di fatica da compassione.
Promuovere l’uso regolare di uno strumento come il Compassion Fatigue Test aiuterà te e i tuoi dipendenti a riconoscere i segni visibili e invisibili della fatica da compassione, a indagare sulle cause profonde e a richiedere un aiuto professionale, se necessario.
Compassion Fatigue Test
Il modo in cui noi percepiamo noi stessi e il nostro stato emotivo può essere molto diverso dal modo in cui gli altri ci vedono. Spesso i colleghi di lavoro riescono a individuare delle alterazioni del nostro umore o dei nostri schemi comportamentali di cui noi non siamo pienamente consapevoli.
Per rendere il Compassion Fatigue Test il più preciso possibile, è stato suddiviso in due parti: La prima è a livello personale, e ogni membro del team deve rispondere singolarmente e in modo anonimo.
La seconda ha lo scopo di rivelare i segni della fatica da compassione percepiti dai colleghi, anche se la persona in questione non ne è consapevole.
Come procedere con il Compassion Fatigue Test
Step 1. Prima di somministrare il Compassion Fatigue Test al personale, assicurati di capire che cos’è la fatica da compassione. Rileggi l’articolo La fatica da compassione tra veterinari e infermieri veterinari: impariamo a identificare i sintomi e a proteggere noi stessi. che tratta di questa condizione ed è pubblicato nella sezione MENTALVET.
Step 2. Organizza un briefing iniziale per assicurarti che tutti capiscano il concetto di fatica da compassione e i motivi per la somministrazione di questo test. Almeno in questa prima fase, le risposte dovrebbero essere anonime. Utilizza la Guida su come parlare della fatica da compassione per preparare il discorso. Sottolinea che non si tratta di una valutazione delle prestazioni professionali, ma di uno strumento per migliorare il benessere emotivo di tutto il personale.
Step 3. Stabilisci un orario in cui discutere dei risultati della valutazione.
Step 4. Distribuisci il Compassion Fatigue Test al personale che partecipa all’incontro.
I partecipanti possono utilizzare il test di autovalutazione seguendo le istruzioni che si trovano all’inizio del modulo. Quando il personale avrà terminato, restituirà il test ai direttori del centro.
Step 5. Distribuisci le copie del Co-worker Compassion Fatigue Evaluation Test a tutti i membri del personale, e chiedi loro di indicare il nome della persona o delle persone in cui hanno riscontrato questi sintomi.
Step 6. Valuta i risultati del test con gli altri membri della direzione, se è il caso, durante l’orario stabilito. Se i risultati mostrano un rischio elevato di fatica da compassione tra i dipendenti, si raccomanda di fornire al personale del centro il supporto di uno psicologo professionista. Si raccomanda inoltre di valutare come rafforzare il sostegno emotivo del gruppo per prevenire in futuro la fatica da compassione.
Guida su come parlare della fatica da compassione per direttori sanitari
Prima del primo test, invia o distribuisci al tuo staff l’articolo La fatica da compassione tra veterinari e infermieri veterinari: impariamo a identificare i sintomi e a proteggere noi stessi per far sì che ciascuno sia informato. Troverai un link per il download alla fine dell’articolo.
Puoi anche organizzare un incontro per parlare di questo disturbo, se ti senti in grado di spiegare tu direttamente il concetto di fatica da compassione ai tuoi dipendenti. Ciò li aiuterà a capire il concetto e a procedere con il test con maggior sicurezza.
Chiediti:
- Comprendo bene la fatica da compassione?
- Quali sono le possibili cause della fatica da compassione?
- Come posso aiutare il personale ad evitare la fatica da compassione?
- Esistono delle risorse per i dipendenti del mio ospedale o della mia clinica veterinaria che possono aiutarli ad evitare la fatica da compassione?
Poi utilizza le seguenti domande per guidare il tuo discorso. Assicurati di coprire i seguenti argomenti:
- Che cos’è la fatica da compassione?
- Che cosa provoca la fatica da compassione?
- Come possiamo identificare la fatica da compassione?
- Quali sono le risorse disponibili per i dipendenti?
Dovresti mettere a disposizione del personale delle risorse organizzative che lo aiutino a prevenire o alleviare la fatica da compassione. Per esempio:
- Due o tre volte all’anno somministra a tutti un questionario sulla fatica da compassione (compreso te stesso se pratichi come veterinario).
- Durante le riunioni cliniche, dedica tassativamente del tempo a parlare dell’impatto emotivo che alcuni casi o clienti hanno o hanno avuto su persone specifiche. Affronta questa discussione come se fosse una sorta di terapia di gruppo “interna”, promuovendo lo scambio di esperienze e di sensazioni tra il team.
- Come norma, incoraggia le conversazioni sulle problematiche che influiscono sulla salute mentale/emotiva dello staff relativamente alla professione, e facilita le richieste di aiuto.
- Intraprendi iniziative concrete per proteggere i dipendenti, come ad esempio: interrompi i rapporti con clienti negativi o prepotenti, predisponi degli spazi all’interno della clinica in cui i dipendenti possano prendersi una pausa, rispetta scrupolosamente gli orari e i giorni di riposo, coinvolgili nei successi e nei risultati clinici della giornata, incoraggiandoli a riempire una lavagna con le “cose che sono andate bene oggi”.
Se sei interessato a migliorare gli spazi del tuo ospedale o della tua clinica per renderli più accoglienti per il personale, ti consigliamo di leggere gli articoli “Migliorare il comfort della clinica per ridurre lo stress del personale”, “Silenzio, musica e odori gradevoli. Sono tre obiettivi possibili in una clinica veterinaria?” e “In che modo luci e colori dell’ambulatorio veterinario influiscono sul nostro stato mentale”.