È possibile prevenire la sindrome del burnout mettendo in pratica una serie di tecniche che consentano di diventare emotivamente più forti e resilienti. In passato, abbiamo illustrato queste strategie in diversi articoli proposti da HappyVetProject. Tuttavia, a un certo punto, potremmo scoprire di non essere più in grado di farcela da soli e che è giunto il momento di cercare l’aiuto di uno psicologo.
Abbiamo la sensazione di non stare bene o addirittura peggio di prima. Sappiamo di non essere in forma, ma continuiamo a comportarci come se nulla fosse. Perché non chiedere l’aiuto di uno psicologo prima di toccare il fondo? Uno psicoterapeuta è in grado di valutare la situazione e fornire gli strumenti necessari per gestire il carico emotivo e di stress associato alla professione veterinaria, come quello che si affronta ogni giorno. Tutto questo sembra familiare?
Ricorrere a una terapia specializzata non deve essere interpretato come una dimostrazione dell’incapacità di gestire la propria vita o di debolezza. Gli psicologi, infatti, sono in grado di fornire il sostegno necessario a sviluppare una maggiore intelligenza emotiva, consentendo di affrontare le sfide quotidiane legate alla professione.
Nel presente articolo illustreremo gli 8 segni che indicano quando è giunto il momento di rivolgersi a un terapeuta.
1. La morte di un paziente e il dolore della famiglia si ripercuotono sul lavoro per periodi di tempo più lunghi del solito
2. Si prova costantemente un forte senso di disagio, sofferenza o tristezza
3. Il futuro appare ancora più incerto
4. Ci si sente come se si fosse perso il controllo sulla propria vita
5. Si hanno costantemente pensieri negativi
6. Si prova una maggiore aggressività nei confronti di amici e familiari
7. Ci si sente costantemente stressati
8. Di notte è difficile dormire bene o non ci si sente riposati al risveglio
Quando rivolgersi a uno psicologo
È importante non aspettare di venire sopraffatti dai propri problemi prima di cercare aiuto. Decidere di rivolgersi a uno psicoterapeuta può risultare difficile a causa dello stigma nei confronti di questo tipo di professionisti.
Fortunatamente, cercare l’aiuto di un terapeuta per risolvere i conflitti del passato e ottenere gli strumenti adeguati ad affrontare le sfide del presente sta diventando, oggi, una pratica sempre più diffusa.
In qualità di medico veterinario, ma soprattutto di essere umano, cercare aiuto prima di toccare il fondo è opportuno se non fortemente raccomandato:
1. La morte di un paziente e il dolore della famiglia si ripercuotono sul lavoro per periodi di tempo più lunghi del solito
Un medico veterinario, al pari di tutti i professionisti del settore sanitario, deve imparare a convivere con la vita e con le sue inevitabili componenti: la malattia e la morte. Moltissimi professionisti che si prendono cura degli animali sono anche persone altamente sensibili (dall’inglese HSP – Highly Sensitive People). Questo tratto caratteriale può contribuire a rendere più complessa la gestione emotiva del dolore dei pazienti e delle famiglie,
e se il dolore e il disagio assumono carattere cronico, è giunto il momento di cercare un aiuto psicologico, anche se non si è persone altamente sensibili. La Compassion fatigue rappresenta una delle cause principali della sindrome del burnout e, in mancanza degli strumenti adatti per gestirla, potrebbe portare all’abbandono della professione dovuto alla sensazione di rifiuto nei confronti della propria carriera.
Tristezza, aggressività o pensieri negativi ricorrenti sono motivi sufficienti per chiedere un aiuto psicologico.
2. Si prova costantemente un forte senso di disagio, sofferenza o tristezza
La sofferenza è un aspetto con cui un medico veterinario impara a convivere quotidianamente. In un certo senso, è del tutto naturale provare tristezza e sconforto dopo un evento negativo.
Tuttavia, se questo stato si protrae nel tempo, può assumere connotazioni patologiche e compromettere il regolare svolgimento della propria vita e della propria professione.
Fortunatamente, un terapeuta è in grado di offrire un valido aiuto per affrontare la tristezza e l’incapacità di andare avanti senza dover sacrificare la professione tanto amata.
3. Il futuro appare ancora più incerto
L’incapacità di adattarsi alle esigenze e agli esiti infausti della professione può indurre a prendere seriamente in considerazione l’idea di abbandonarla, accrescendo la sensazione di incertezza nei confronti del futuro e condizionando la propria motivazione e il proprio benessere generale. A tal proposito, il terapeuta potrebbe essere utile per approfondire la conoscenza di sé stessi e individuare i propri desideri e le proprie priorità, consentendo così di pianificare il futuro in modo realistico.
4. Ci si sente come se si fosse perso il controllo sulla propria vita
Gli stati d’ansia si protraggono da molto tempo? Riprendere il controllo della propria vita sembra impossibile? Tutto questo può incidere negativamente sul lavoro, sui rapporti con gli altri e persino sulla ricerca di un partner. Il primo passo è quello di guardare con onestà alla propria vita e imparare a staccare la spina dal lavoro in ambulatorio. Se gli stati d’ansia e stress perdurano, anche dopo aver dedicato un po’ di tempo alla cura di sé, è giunto il momento di cercare un aiuto professionale.
5. Si hanno costantemente pensieri negativi
Compassion fatigue e sindrome del burnout possono spingere i professionisti del settore veterinario al punto di non ritorno. Tratti caratteriali quali il perfezionismo, l’incapacità di accettare gli errori e uno spiccato senso di responsabilità, uniti ad altri fattori correlati alla professione, possono accrescere il rischio di suicidio..
Se i pensieri negativi sono tali da impedire di vivere normalmente la propria vita, o tendono alla catastrofe, all’ossessione o alla fissazione, o addirittura all’idea di farla finita, in tal caso è assolutamente necessario cercare l’aiuto di un professionista.
6. Si prova una maggiore aggressività nei confronti di amici e familiari
È possibile notare un senso di rabbia o aggressività nei confronti degli altri o dell’ambiente di lavoro. Questo sentimento può costituire un sintomo della sindrome del burnout.
In altri casi, invece, rappresenta una reazione alla frustrazione e un modo per allontanare il senso di colpa, magari dovuto a una decisione sbagliata. Lo psicologo può essere d’aiuto per comprendere meglio il proprio carattere e quello che sta accadendo, in modo da accettare sé stessi e affrontare al meglio le circostanze.
Stress e scarso riposo possono essere causa di disturbi fisici, emotivi e comportamentali.
7. Ci si sente costantemente stressati
Lo stress cronico, soprattutto in ambito lavorativo, rappresenta uno dei problemi più comuni della società e, in particolare, della professione veterinaria, arrivando a compromettere seriamente la salute psicofisica. Lo stress, infatti, altera il modo di pensare e di agire e provoca reazioni fisiologiche, fisiche, cognitive, emotive e comportamentali.
In questi casi, l’aiuto di un terapeuta consente di acquisire gli strumenti necessari per gestire la propria vita e lo stress, anche quando la situazione sembra insostenibile.
8. Di notte è difficile dormire bene o non ci si sente riposati al risveglio
I ritmi della vita professionale, le emergenze e i turni di notte, non consentono un riposo naturale e possono provocare una riduzione delle ore dedicate al sonno. Ciò si riflette negativamente sulla propria vita, influenzando il carattere, la concentrazione e la capacità di affrontare le sfide quotidiane.
Imparare anche a dormire meglio costituisce un aspetto quasi obbligatorio della professione veterinaria. Se incubi, episodi di sonnambulismo o i disturbi comportamentali associali alla mancanza di sonno REM persistono, anche dopo aver messo in pratica le tecniche consigliate nel post I trucchi del veterinario per riposare meglio e svegliarsi come nuovi, il ricorso alla terapia psicologica può rivelarsi di grande aiuto.
La figura dello psicologo è in grado di offrire soluzioni e consigli per affrontare le difficoltà quotidiane. Tuttavia, è fondamentale non aspettare che i problemi si aggravino. Numerosi medici veterinari, infatti, hanno svolto il test della sindrome del burnout e sono rimasti sorpresi dai risultati, sebbene tutto sembrasse andare per il meglio.