A sorpresa, il 42% degli operatori nel settore veterinario ha valutato l’ipotesi di lasciare il posto di lavoro a causa dello stress. Con il passare del tempo, lo stress legato agli impegni di lavoro può esporre i professionisti ad ansia grave e sindrome del burnout, oltre a favorire l’insorgere di disturbi mentali e fisici.
L’ambiente in cui si lavora svolge un ruolo determinante in tutto questo. In realtà, numerosi fattori sono strettamente legati alla professione veterinaria e non possono essere modificati. Ciononostante, è possibile mettere in pratica una serie di misure organizzative volte a ridurre lo stress e altri sintomi nocivi.
Individuare i segnali di stress
Gli operatori sanitari e i medici veterinari sono regolarmente esposti a fattori di stress: scadenze, carichi di lavoro eccessivi, incertezze in merito alle terapie e sovraccarico emotivo dovuto alla gestione dei pazienti sofferenti e in fin di vita e dei rispettivi proprietari.
Le persone affette da stress cronico tendono a modificare il proprio modo di pensare e di agire. È possibile, infatti, che si sentano isolate, nervose, indecise, pessimiste o che non riescano a concentrarsi. Inoltre, potrebbero cambiare le proprie abitudini alimentari (mangiando meno o più del solito), adottando comportamenti tossici per contrastare lo stress o incontrare difficoltà a riposare.
Lo stress è un fenomeno che colpisce tutti in modo diverso. Una situazione che per alcuni può risultare insostenibile, per altri può essere gestita facilmente.
Lo stress legato all’ambiente di lavoro
“Nella sua forma più semplice, lo stress correlato al lavoro, deriva dalla percezione soggettiva secondo cui le incombenze da affrontare sono superiori alle capacità di farvi fronte”, ha spiegato Elinor O’Connor in occasione del Congresso BSAVA del 2018.
Lo stress è un fenomeno che colpisce tutti in modo diverso. Una situazione che per alcuni può risultare insostenibile, per altri può essere gestita facilmente. Gli studi sulle cause della sindrome del burnout hanno evidenziato che le sei aree lavorative maggiormente coinvolte nella sua insorgenza sono:
– Carico lavorativo
– Controllo sul proprio lavoro
– Mancanza di compensazione professionale o economica
– Assenza di senso di appartenenza a un team
– Percezione di non svolgere un lavoro dignitoso rispetto ai propri colleghi.
Lo squilibrio del carico lavorativo e la mancanza di controllo possono aggravare la sindrome del burnout a causa degli obblighi eccessivi e dello stato di ansia derivante dalla sensazione di essere oberati di lavoro e/o di non avere il tempo sufficiente per portarlo a termine. Per contro, è stato evidenziato che un carico di lavoro gestibile contribuisce a mantenere alta l’energia delle persone.
La mancanza di controllo, inoltre, gioca un ruolo importante in tutto questo. I dipendenti, infatti, sentono di non disporre dell’autonomia necessaria per prendere decisioni e modificare il proprio carico lavorativo. Requisiti lavorativi stringenti e scarso controllo causano stress correlato al lavoro e sindrome del burnout.
Ottimizzare il carico di lavoro e migliorare il rapporto tra lavoro e vita privata
Che la professione veterinaria sia caratterizzata da ritmi serrati, carichi di lavoro intensi, orari prolungati e incompatibili con la vita familiare e le relazioni sociali è un dato di fatto.
Un’adeguata programmazione delle visite e degli interventi aiuta a evitare il sovraccarico di lavoro.
Ciononostante, è possibile organizzare la propria giornata lavorativa seguendo un approccio più equilibrato. Alcuni ospedali e ambulatori hanno adottato i seguenti accorgimenti con ottimi risultati:
- Programmare le visite durante la mattinata, prevedendo un’ora e mezza per la pausa pranzo. In questo modo, si ottiene una mezz’ora di margine da dedicare alla copertura di eventuali ritardi, mentre il personale avrà comunque a disposizione un’ora per pranzare e rilassarsi.
- Concludere le visite mezz’ora prima dell’orario di chiusura al pubblico, in modo da permettere al personale di tornare a casa più o meno all’ora stabilita.
- Disincentivare l’uso al di fuori dell’orario di apertura della messaggistica istantanea per questioni legate al lavoro.
- Pianificare un pomeriggio alla settimana, o ogni due settimane, per consentire al personale veterinario di rimettersi in pari con le pratiche burocratiche, la formazione, ecc.
- Cercare di limitare gli interventi chirurgici a fine giornata. Distribuire i vari compiti, alternando le diverse mansioni fisiche e mentali durante la giornata lavorativa, aiuta il personale a rimanere vigile e ridurre l’affaticamento.
- Se possibile, consentire al personale di avere voce in capitolo in merito alla programmazione. Ad esempio, coinvolgendo lo staff nelle discussioni sull’organizzazione dei turni.
- Incoraggiare il personale a fare pause regolari nell’arco della giornata. Il direttore del centro deve assicurare la presenza di spazi adeguati, lontani dai telefoni. Queste aree possono essere spazi con luce naturale, piante, sedute comode, tappetini per lo stretching e altoparlanti Bluetooth, senza tralasciare le aree riservate alle neomamme per produrre e conservare il latte materno.
- Inoltre, sarebbe opportuno prevedere la possibilità di fare delle pause all’aperto, per prendere un po’ d’aria fresca.
- Monitorare regolarmente il carico di lavoro e rielaborarlo, se necessario.
Stress emotivo associato ai pazienti in ambito veterinario
Lo stress emotivo è strettamente legato alla propria resilienza, indipendentemente dall’esito dei casi, e alla capacità di gestire la sofferenza dei pazienti e delle loro famiglie. In caso contrario, potrebbe sfociare in una delle cause della sindrome del burnout, vale a dire la Compassion fatigue
Questa può colpire numerosi professionisti del settore veterinario, tra cui medici, infermieri e assistenti. A tal proposito, HappyVetProject fornisce a tutti i centri veterinari un test gratuito che consente di valutare la “Compassion fatigue” e individuarne i sintomi negli ambulatori e negli ospedali, contribuendo così a ridurre le assenze per malattia.
Ridurre lo stress emotivo negli studi veterinari
La riduzione delle cause di stress all’interno degli ambulatori veterinari deve rappresentare una priorità. In occasione del Congresso BSAVA sono state proposte tre possibili strategie per affrontare lo stress emotivo:
- Indirizzare le lamentele dei clienti ai responsabili (o a personale specializzato nella gestione dei conflitti) in modo da alleggerire la pressione sul personale all’accettazione.
- Concedere pause extra al personale all’accettazione in modo da distogliere la loro attenzione dai telefoni e dalla prima linea.
- Mettere a disposizione un consulente esperto in elaborazione del lutto che supporti le famiglie e il resto dello staff, e che dia loro l’opportunità di esprimere i propri sentimenti nei casi più difficili.
Spetta al responsabile del centro evitare che i medici, gli infermieri e gli assistenti veterinari cadano vittima della sindrome del burnout.Oggigiorno, la prevenzione della sindrome del burnout deve costituire una priorità se si vogliono trattenere i talenti presso il centro, ridurre le assenze per malattia e migliorare il livello di felicità dei dipendenti, la motivazione e la qualità del servizio, che hanno un impatto significativo anche sulla soddisfazione del cliente. Ovviamente, non è obbligatorio mettere in pratica tutte queste strategie contemporaneamente. In genere, è sufficiente apportare un paio di modifiche alla routine quotidiana per ridurre i livelli di stress e accrescere la soddisfazione del personale.
Riferimenti bibliografici
- Portoghese I, Galletta M, Coppola RC, Finco G, Campagna M. Burnout and workload among health care workers: the moderating role of job control. Saf Health Work. 2014 sett.;5(3):152-7. doi: 10.1016/j.shaw.2014.05.004. Epub 2014 Jun 7. PMID: 25379330; PMCID: PMC4213899.
- How to manage stress in the workplace. Improve Veterinary Practice. https://www.veterinary-practice.com/article/how-to-manage-stress-in-the-workplace